Questione di stile

Inauguriamo con questo mese una nuova rubrica: “Questione di stile”, per andare insieme alla scoperta delle principali tra le oltre 100 tipologie birrarie ad oggi catalogate – ed andare così oltre il semplice “Mi faccia una bionda”. Nel mese di marzo, in cui si festeggia San Patrizio patrono d’Irlanda – terra delle Stout – iniziamo dalla più celebre delle birre scure.

La Stout nasce come evoluzione di un’altra birra, la Porter, nata a Londra nel XVII secolo su idea del publican Ralph Harwood: una birra facile a bersi, economica – di colore marrone scarico perché i malti tostati alla buona erano i meno costosi – e battezzata “porter” perché a berla erano i facchini del trafficatissimo porto della capitale – i “porters”.

La Porter ebbe un grandissimo successo. Con il tempo, tuttavia, il mercato cominciò a chiedere una birra più ricca, più robusta: più “stout”, come si dice in inglese. La vecchia Porter iniziò allora ad assumere corpo più pieno, aromi dalla tostatura più marcata, fino ad arrivare a note di caffè, cioccolato e liquirizia. Nel 1759, a Dublino, tal Sir Arthur Guinness aprì la sua birreria: da allora il marchio Guinness è stato indissolubilmente legato alla Stout, per quanto questo stile si sia poi assai differenziato in una miriade di varianti – dalla Imperial Stout, più dolce ed alcolica, tradizionalmente destinata alle lontane terre dell’impero russo; alla chocolate stout, con l’aggiunta di cacao.

Anche B2O ha la sua particolare Stout: la Renera, dalla schiuma color cappuccino, e che evolve con l’innalzarsi della temperatura tra le note di cioccolato, caffè e liquirizia. Il finale secco non concede comunque nulla al dolce, attestandosi piuttosto su toni tostati con una punta di amaro erbaceo. Ottima con pasticceria secca, dolci al cioccolato; ma è un’autentica scoperta anche se usata per cuocere o per accostare carne o pesce dal sapore deciso – suggeriamo i tranci di tonno grigliati. Da non dimenticare il classico abbinamento con le ostriche, nato in terre in cui sia questa birra che questi molluschi erano abbondantemente consumati.