Ultimi arrivi in Brussa

La nuova sede del birrificio B2O, nell’oasi naturale della Brussa, prende via via più forma: e la fine di agosto ha visto l’arrivo di quello che è il cuore stesso del birrificio, ossia l’impianto di produzione. Tra tini, caldaie e fermentatori, è quindi ormai tutto predisposto perché l’attività possa avere inizio. Ne parliamo con il birraio, Gianluca Feruglio.

Gianluca, che innovazioni porterà il nuovo impianto alle birre di B2O?
Si tratta di un impianto da 20 ettolitri prodotto da Spadoni, azienda leader del settore che può garantire elevati standard qualitativi. Si tratta quindi di un passo avanti non solo in termini di potenziale capacità produttiva, ma anche in termini tecnici e di competitività aziendale: un impianto tecnologicamente all’avanguardia consente infatti di produrre birra di migliore qualità ad un prezzo più basso.

A questo proposito, si fa un gran parlare di artigianato digitale e di come le nuove tecnologie entrino anche in quello che era sempre stato il lavoro manuale per antonomasia – quello appunto dell’artigiano: vale anche per il settore birrario?
Senz’altro. Artigiano non è chi usa strumenti di lavoro datati, ma chi mette in pratica l’arte del suo mestiere e dà forma alla propria creatività usando al meglio la tecnologia che la sua epoca gli mette a disposizione: e infatti impianti di ultima generazione stanno entrando anche nei piccoli birrifici, come è il nostro caso, consentendo loro di valorizzare più agevolmente il proprio lavoro. Del resto, non avrebbe alcun senso andare prima a cercare materie prime d’eccellenza, per poi non far uscire tutto il loro potenziale usando un impianto scadente.

Nuove tecnologie significano anche sostenibilità ambientale: che accorgimenti avete preso in questo senso?
Coerentemente con la filosofia che ci ha portati a scegliere un’oasi naturale come cornice della nostra nuova sede, naturalmente la sostenibilità ambientale ci si è posta da subito come prerogativa fondamentale. Abbiamo adottato strutture quali pannelli solari per il riscaldamento, celle fotovoltaiche per l’energia elettrica, pompe di calore per il recupero dell’energia termica e impianti che consentono di recuperare l’acqua – notoriamente uno dei maggiori consumi dei birrifici. Insomma, vogliamo porci come “birrificio verde” a tutti gli effetti, e in futuro abbiamo in programma di adottare via via ulteriori soluzioni.