Pur in questi difficili tempi di pandemia, il Natale arriva (fortunatamente) comunque: e così B2O onora la tradizione, presentando anche quest’anno la Xmastrong – la nostra birra di Natale. Si tratta di una strong ale con figo moro di Caneva Igp maturata in botti di rovere, e che si è guadagnata riconoscimenti a livello internazionale – l’anno scorso è giunta al primo posto tra le birre natalizie di microbirrifici da tutto il mondo giudicati dall’Accademia Norvegese della Birra, e 11ma su 255 nella classifica complessiva.

L’edizione 2020 della Xmastrong, peraltro, sarà tutta speciale: “Nel 2019 avevamo volutamente preparato e imbottigliato già anche il lotto destinato alla vendita nel 2020 – spiega il birraio Davide –  perché birre di questo tipo, con l’invecchiamento, guadagnano aromi e sapori che da giovani non avrebbero: si esalta di più la componente data dalla maturazione in rovere, ad esempio, così come la dolcezza del fico tende a passare dal frutto vero e proprio a note più liquorose”.

Chi quest’anno berrà la Xmastrong, insomma, avrà l’occasione di provare una birra con oltre un anno di invecchiamento; che, ai toni fruttati e speziati che le sono propri, aggiunge appunto anche quelli del legno, della frutta sotto spirito, finanche di vino liquoroso. Si presta ad essere abbinata innanzitutto a panettone, dolci alla frutta e biscotti secchi; ma anche a carni come il pollo e la selvaggina, piatti al curry o speziati.

Naturalmente le bottiglie disponibili sono quelle preparate un anno fa, e quindi in numero limitato: affrettatevi dunque a contattarci se volete assicurarvi la vostra o le vostre!

Pillole di storia
Ma qual’è la storia delle birre di Natale? Da dove arrivano? In realtà, “Birra di Natale” è un’etichetta che viene data alle birre prodotte per la stagione invernale e in particolare per le feste, al di là di quello che sia lo stile: vengono definite come “birre che suggeriscono il freddo e la stagione delle feste”, e che “possono includere spezie, zuccheri, e altri prodotti che ricordano i dolci natalizi”. A contraddistinguerle sono quindi il colore dall’ambrato al bruno, il tenore alcolico elevato, e la predominanza di toni tra il dolce e lo speziato.

Le più note sono quelle belghe, conosciute come Kerstbier: ad una base di Belgian Strong Ale o di Tripel vengono aggiunti cannella, cumino, coriandolo, zenzero, noce moscata, zucchero candito, miele ed altro ancora. Affondano le loro radici nelle birre prodotte per le feste ad uso familiare, e si prestano anche a diventare birre “d’annata” – come è appunto il caso della Xmastrong.

Anche il Regno Unito vanta una tradizione di “Winter Warmer”, nate dalle “Lambswool” – bevanda medievale caratterizzata da mele arrostite, noce moscata, zenzero e miele – e dai “Wassail”, sorta di vin brulé. Oggi vengono create partendo solitamente da barley wine, stout o scotch ale, ma la fantasia dei birrai inglesi si è sbizzarrita anche su altri stili.

Diverso è il caso della Germania, dove il Reinheitsgebot (l’editto di purezza del 1516 che consentiva di usare solo orzo, acqua e luppolo) ha limitato la “creatività”. A fare al caso del Natale e dell’inverno rimangono quindi le birre più forti e dolci della tradizione tedesca, le Bock e le Doppelbock. Curioso che le Doppelbock siano caratterizzate storicamente dal suffisso “-ator”, che viene ricondotto alla Paulaner Salvator: appunto “il Salvatore”, e per quanto non fosse all’origine stata pensata come birra per celebrarne la nascita, bensì come “pane liquido” per il digiuno quaresimale, la coincidenza è curiosa.